Mistero n° 11
Proprietario: Famiglia Cinquepalmi.
Manufatto: realizzato a Poggiardo dal maestro Roberto Martella nel 2017.
Motivo della realizzazione: Devozione.
Gruppo: Nel gruppo statuario Pilato, davanti sulla sinistra, è attento ad ascoltare cosa risponde Gesù, che, alla sua destra, rimane invece in impassibile silenzio davanti alle sue domande. Dietro di loro Caifa, sulla sinistra, cerca di persuadere il governatore romano per plagiare la sua decisione, indicando il Nazareno quale reo di morte. Alla sua destra un soldato romano scorta Gesù, legato con una corda.
Gruppo: Nel gruppo statuario Pilato, davanti sulla sinistra, è attento ad ascoltare cosa risponde Gesù, che, alla sua destra, rimane invece in impassibile silenzio davanti alle sue domande. Dietro di loro Caifa, sulla sinistra, cerca di persuadere il governatore romano per plagiare la sua decisione, indicando il Nazareno quale reo di morte. Alla sua destra un soldato romano scorta Gesù, legato con una corda.
Portatori: Dodici, sei davanti e sei dietro, su tre sdanghe, in abito scuro, camicia bianca e cravatta nera.
Ragazze al pizzo: Quattro, due per ogni lato, in tailleur scuro, velo nero sul capo, con guanti neri. Nella mano libera reggono una candela.
Figuranti davanti al gruppo: Due bambine vestite da angeli reggono una fronda floreale.
Figuranti davanti al gruppo: Due bambine vestite da angeli reggono una fronda floreale.
Riferimenti evangelici: Vangelo di Matteo 27, 11-14, Vangelo di Marco 15, 1-5, Vangelo di Luca 22, 1-7; Vangelo di Giovanni 18, 28-40.
Vangelo di Matteo 27, 11-14 Gesù intanto comparve davanti al governatore, e il governatore l'interrogò dicendo: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose «Tu lo dici». E mentre lo accusavano i sommi sacerdoti e gli anziani, non rispondeva nulla. Allora Pilato gli disse: «Non senti quante cose attestano contro di te?». Ma Gesù non gli rispose neanche una parola, con grande meraviglia del governatore.
Vangelo di Matteo 27, 11-14 Gesù intanto comparve davanti al governatore, e il governatore l'interrogò dicendo: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose «Tu lo dici». E mentre lo accusavano i sommi sacerdoti e gli anziani, non rispondeva nulla. Allora Pilato gli disse: «Non senti quante cose attestano contro di te?». Ma Gesù non gli rispose neanche una parola, con grande meraviglia del governatore.
Approfondimenti: La Palestina era un regione molto difficile da governare a causa del forte spirito nazionalistico degli ebrei, a cui Roma concedeva, suo malgrado, alcuni privilegi, rarissimi rispetto ad altri popoli conquistati.
Il governatore romano in Palestina aveva, pertanto, un ruolo difficile da svolgere, continuamente attento ai frequenti focolai di ribellione. Il suo compito era di intervenire nelle questioni riguardanti la politica di occupazione e di tralasciare, affidandole al sinedrio, le questioni di carattere religioso.
Caifa e tutto il Sinedrio sentenziarono che Gesù fosse reo di morte, ma al popolo ebraico non era concesso mettere a morte nessuno. Israele era sotto la giurisdizione romana. Pertanto i sommi sacerdoti si convinsero a condurre Gesù da Pilato, inscenando diverse motivazioni di carattere religioso e politico, cercando di convincere il governatore nel mettere a morte il Nazareno.
Ma Pilato non sembrò essere interessato alla faccenda e, infatti, appena scoprì che Gesù era Galileo, lo condusse da Erode, il re, un titolo onorifico puramente formale, scelto con il beneplacito dei romani, che non godeva di alcun potere decisionale in merito alla politica interna.
Questo segno di incompetenza di Pilato fu visto da Erode come un'apertura dei romani nei confronti del popolo ebraico e, alla fine, portò alla riconciliazione dei due.
Il governatore romano in Palestina aveva, pertanto, un ruolo difficile da svolgere, continuamente attento ai frequenti focolai di ribellione. Il suo compito era di intervenire nelle questioni riguardanti la politica di occupazione e di tralasciare, affidandole al sinedrio, le questioni di carattere religioso.
Caifa e tutto il Sinedrio sentenziarono che Gesù fosse reo di morte, ma al popolo ebraico non era concesso mettere a morte nessuno. Israele era sotto la giurisdizione romana. Pertanto i sommi sacerdoti si convinsero a condurre Gesù da Pilato, inscenando diverse motivazioni di carattere religioso e politico, cercando di convincere il governatore nel mettere a morte il Nazareno.
Ma Pilato non sembrò essere interessato alla faccenda e, infatti, appena scoprì che Gesù era Galileo, lo condusse da Erode, il re, un titolo onorifico puramente formale, scelto con il beneplacito dei romani, che non godeva di alcun potere decisionale in merito alla politica interna.
Questo segno di incompetenza di Pilato fu visto da Erode come un'apertura dei romani nei confronti del popolo ebraico e, alla fine, portò alla riconciliazione dei due.
- Foto a cura di Giuseppe Roppo.