VENERDI' SANTO - Processione dei Misteri

La processione dei Misteri di Valenzano (Bari) è documentata fin dal 1671, all’epoca dell’Arcivescovo di Bari mons. Granafei. Essa nacque per iniziativa dei Frati Francescani con la partecipazione del Capitolo di San Rocco. Non sappiamo quanti Misteri fossero presenti all’inizio, ma possiamo presumere che vi erano almeno i tre fondamentali: il Crocifisso, il Cristo Morto, l’Addolorata, accompagnati da giovinetti vestiti da angeli.
Nel secolo successivo la processione di penitenza si consolidò e già dal 1853 l’Arciprete ne curava l’organizzazione, avvalendosi di un sacerdote capitolare e di tre deputati, essa si svolgeva al mattino e comprendeva tutti i Misteri della Passione di Nostro Signore Gesù Cristo. In questo periodo, infatti, compaiono i primi Misteri di committenza privata, fatti costruire per devozione o per grazia ricevuta presso le più importanti botteghe leccesi di arte sacra di cartapesta.
A partire dal 1888, inoltre, la processione si arricchì della partecipazione della Confraternita dell’Addolorata, appena fondata. Il numero dei Misteri, che nel 1947 toccava le ventisei unità, oggi supera i quaranta e, tranne l’Addolorata ed il Cristo Morto, di proprietà ecclesiastica, essi appartengono a pie famiglie che ne curano direttamente la custodia, l’addobbo e i portatori, mantenendo viva ed in piena espansione una tradizione di oltre trecento anni.
Assieme alla festa del Santo Patrono, San Rocco, e alla Fiera d’Ognissanti, questo evento è uno dei più sentiti dalla popolazione valenzanese e dagli abitanti delle città limitrofe. Giungono persino dalla vicina Bari per assistere alla Via Crucis.
.
Giunge l’alba del Venerdì Santo.
La città si sveglia in un clima di profonda tristezza per la morte del Signore, ma si avverte da subito una tensione che aumenta man mano che la processione si avvicina.
Alle 8,00 in punto, uno sparo alla periferia del paese, avverte i proprietari dei Misteri ad affrettarsi a completare gli ultimi preparativi.
Dalle 8,30 in poi il paese è un continuo via vai di gente rivestita di nero. Portatori, ragazze, bambini, proprietari, membri del Comitato Feste Patronali, preti e laici, si dirigono in direzione delle case dei proprietari del proprio Mistero. Le strade vengono accuratamente bloccate dai vigili urbani. Il profumo dei fiori inebria il paese e il tepore del sole primaverile rasserena gli animi. Le musiche delle varie bande, moltissime messe a disposizione dei proprietari dei “Santi”, sono udibili da ogni parte del paese. Quasi tutti hanno una banda che segue il proprio Mistero.
I proprietari dei Misteri solitamente offrono una lauta e completa colazione ai portatori e alle ragazze.
Puntualmente i giovani vengono “passati a rassegna” dai veterani: si controllano i bottoni della camicia, il nodo della cravatta e le cinte utilizzate. Cellulari rigorosamente spenti.
L’ora si avvicina, i portatori sistemano i cavalletti fuori dall’abitazione del padrone. La statua viene spostata accuratamente fuori e viene posizionata sui cavalletti. Rispettosamente ogni passante si fa il segno della Croce.
.
Ultimi ritocchi a bulloni e dadi, viene agganciato il panno sotto la base, le mazze sono ricoperte e addobbate con cuscini e spugnette protettive per le spalle.
Affacciandosi al bivio della strada, i portatori cercano di capire la situazione, cercano di vedere gli altri Misteri a che punto sono. Alcuni iniziano già a muoversi. La musica delle bande si fa più forte, altri musicisti accordano gli strumenti. La tensione aumenta sempre più.
I membri del Comitato Feste Patronali iniziano, poi, a girare in tutto il paese per chiamare a raccolta i Misteri. La banda messa a disposizione dal Comitato si posiziona davanti alla casa del Mistero e lo “chiama”.
I portatori si avvicinano alle mazze e le abbracciano con molta cautela. Il caposquadra che dà i comandi, solitamente è il più veterano di tutti. “Uno, due, tre, sulle spalle!” – viene intimato dal caposquadra – e subito il santo si erge in tutta la sua maestosità.
C’è chi fotografa questo evento e chi applaude commosso.
Il caposquadra, subito dopo, procede con i comandi basilari, che verranno poi scanditi da ogni gruppo, e si ripeteranno per tutta la processione: PRONTI? – e i portatori si posizionano con le spalle sotto le mazze – SUEZ! – ed i portatori all’unanimità sollevano il Mistero, pochi secondi per assestarsi e – VIA! – il passo lento e dondolato ha inizio; si inizia sempre e tassativamente con il piede sinistro.
Il passo lento e cadenzato, il rumore sordo e ripetitivo del bastone che tocca terra e che dà il passo a tutti i portatori. Lo sguardo fisso in avanti dei portatori, fieri e risoluti. Una tristezza celata dalla determinazione, il gruppo che dondola dolcemente quasi come a suscitare lacrime e pianti tra la folla. A differenza, infatti, del dondolio dei Santi Patroni - decisamente più vivace e festoso - quello del Venerdì Santo, è mesto e malinconico.
.
Dietro il gruppo, gli altri portatori, che forniranno il cambio a quelli sotto la statua, si dispongono ai lati della strada, mentre uno di loro porta i cavalletti dalla casa del proprietario al corso, per posare successivamente il Mistero.
All’avvicinarsi di bivi e curve, la colonna dei portatori della parte opposta al senso della curva, compie ampi passi lateralmente, per permettere al gruppo di girare in maniera composta, senza strattoni.
Dopo un tratto di strada, o per evitare di addossare i Misteri l’uno dietro l’altro, il caposquadra intima l’ “ALT!”; dolcemente il mistero viene appoggiato sui bastoni. Un breve riposo per poi riprendere il cammino verso Corso Aldo Moro, dove si radunano tutti i Misteri, in attesa della processione.
Nuovamente, dopo il “PRONTI, SUEZ, VIA!”, il “Santo” riprende il cammino.
Il compito della guardia municipale e del comitato feste patronali è importantissimo in questo momento, si deve evitare infatti, di far accalcare eccessivamente i Misteri sul Corso.
Arrivati sul posto, i cavalletti già posizionati sul posto prefissato dal comitato (in base alla numerazione dei Misteri), il Mistero viene deposto sui cavalletti. Si attende ora l’inizio della processione.
.
La tensione, inoltre, aumenta in attesa di tre Misteri: le Tre Croci, che dalla periferia del paese giungono in centro molto lentamente (per calibrare il peso); il Calvario, che con l’Addolorata è l’unico Mistero che non viene posato sui cavalletti; e l’Ultima Cena, che è il primo Mistero e si posiziona davanti al Corteo.
Dalla Chiesa Matrice, poi, escono due incappucciati neri: il primo che regge un sonaglio di legno e l’altro una bandiera nera, a simboleggiare la morte.
I due incappucciati aprono la processione, seguiti immediatamente da Il congedo dalla Madre e dalla Lavanda dei piedi.
Subito dopo l’Ultima Cena, maestosa ed imponente, Mistero storico, cinque mazze sotto la base e dieci portatori (cinque avanti e cinque dietro).
Le ragazze al pizzo di questo Mistero hanno l’abito celeste con un velo bianco sulla testa.
Da notare Giuda, che in questo Mistero guarda da tutt’altra parte a differenza degli Apostoli, e impugna il sacchetto con i trenta denari. Le rosette di pane sono vere, così come le brocche e il calice in terracotta.
Il Mistero subito dopo dell’Ultima Cena è l’Orazione nel Getsemani. Un Cristo sofferente, che prega e agonizza, con il sudore che si fa come gocce di sangue, che copiose cadono a terra. Un angelo viene a confortarLo e Gli ricorda di dover bere il calice di sofferenza, il motivo della Sua missione.
Gruppo portato da quattro portatori, due avanti e due dietro.
.
Seguono gli altri Misteri, dondolando e alternandosi con i comandi. La flagellazione e il Gesù alla Colonna sono molto sentiti dalla popolazione, così come l’Ecce Homo (detto popolarmente “Gesù alla cannedd”: Gesù alla canna), unico Mistero, oltre il Gesù Morto della Chiesa di Santa Maria di San Luca, ad esser stato realizzato completamente in gesso, ed ad essere il gruppo più antico di tutti.
La flagellazione, inoltre, ha la particolarità di essere adornato, sui bastoni dove viene poggiata la statua, di pesanti catene di ferro, a ricordare le fruste e i flagelli che straziarono le carni di Nostro Signore. Il rumore metallico che accompagna questo Mistero è molto suggestivo.
Man mano che si avvicina il momento culminante della processione, qualche donna inizia a piangere e prega con fede.
Mistero altrettanto suggestivo è quello dell’Inchiodazione. Decisamente spettacolare sono invece le Tre Croci. Un gruppo pesante e maestoso.
A seguire deve essere menzionato il gruppo della Maddalena ai piedi della Croce, Mistero molto malinconico e triste, che racchiude un misto tra sofferenza e disperazione.

Dopo la Somministrazione dell’Aceto si avvicina, imponentissimo e sovrano il Calvario. Una pesante croce di legno, con solo quattro portatori. La morte di Gesù in croce, infatti, è il Mistero per eccellenza. Viene portato con una professionalità ed un portamento fuori dal comune. Oltre alle già citate catene di ferro, questo Mistero è l’unico che non si ferma quasi mai, e il cambio dei portatori avviene mentre la statua è in processione, senza fermarsi e poggiare il gruppo sulle mazze.
I portatori inoltre, indossano sul capo una corona di spine, e dei fanciulli attorniano il mistero, vestiti con un saio nero e imbracciando delle colonne floreali.
Poco dopo il Calvario ecco che appare il Mistero più pesante e grosso di tutti: Giuseppe d’Arimatea chiede il Corpo di Gesù a Pilato. Il primo anno in cui uscì in processione servirono numerosissimi volontari, perché i pochi otto portatori che lo portavano, a malapena riuscivano a resistere. Attualmente il numero di portatori si aggira dalle sedici unità alle venti. È l’unico Mistero, inoltre, ad avere più portatori sulla stessa mazza.
Il Gesù Morto, di proprietà ecclesiastica, invece viene “scortato” da fanciulli in saio bianco, oltre che dai prelati della Chiesa.
.
Caratteristica ed unica, oltre che bellissima, è l’Esaltazione della Santa Croce. Il gruppo presenta la Croce vuota, con i tracci ancora evidenti della Passione di Gesù, attorniata da angeli.
Dopo il Crocifisso della Chiesa Matrice, infine, giunge l’Addolorata.
Poco tempo prima della processione dei Misteri, l’Addolorata viene “vestita”. La tradizione vuole che la Chiesa resti chiusa durante questo evento e che solo donne possano svolgere questa funzione.
L’Addolorata chiude la processione, portata da otto uomini. Altissima e ricoperta di un manto scuro, gli occhi tristi e lacrimanti, la spada nel petto e lo sguardo vacuo. Attorno a Lei, le consorelle dell’Addolorata portano ceri e intonano canti tipici della Settimana Santa.
Durante la processione le squadre di portatori si alternano. Quando giungono nei pressi della Chiesa di Santa Maria di San Luca, c’è il rituale “saluto”. La statua si gira per alcuni secondi, quasi ad inchinarsi.
La musica delle bande rende il tutto ancora più folcloristico e suggestivo. Altre musiche sono bandite in questo giorno sacro. Il paese si ferma per questo evento. Tutti, bambini, vecchi, uomini e donne, guardano le statue che raffigurano i momenti della Passione di Cristo. Dietro c’è chi segue la processione a piedi.
Intorno alle tre del pomeriggio, l’ora in cui Gesù spirò, i Misteri ritornano sul Corso, da dove erano partiti circa cinque ore prima.
Solo l’Addolorata si nasconde misteriosamente nei vicoli del centro storico.
Il parroco della Chiesa Matrice, poi, fa una breve omelia dal balcone della Canonica.
Alla fine invoca il nome della Madonna, e dopo le parole “Maria, Maria, vieni dai tuoi figli”, l’Addolorata riappare e viene sollevata sulle braccia, fino a raggiungere il balcone del parroco. Dopo aver benedetto la folla, il parroco infila tra le braccia dell’Addolorata il celebre crocifisso di legno, usato solo in occasione del Venerdì Santo.
L’Addolorata infine mestamente ritorna in Chiesa e i Misteri possono rientrare nelle abitazioni dei loro proprietari.
.
.
--------------------------------
.
.
Dopo aver riposto il Mistero nella nicchia o nel box, solitamente i proprietari offrono il pranzo ai portatori, commentando la processione e scambiandosi pareri per la riuscita della processione e su come, eventualmente migliorarla.
E quando il giorno sta per finire, le strade ricoperte di cera, le luci si spengono e il sole lascia il posto alla notte, la gente medita sulle sofferenze del loro Signore.
Ma nei loro cuori la tristezza durerà brevemente, dopo tre giorni infatti sanno che la Croce non simboleggerà più unicamente lo strumento di supplizio dei condannati, ma la speranza di vita eterna dei fedeli. Il loro Dio infatti, vincerà la morte e tornerà alla vita.
Nel 2012 si è raggiunta la considerevole cifra di ben quarantotto statue.
.
.
- Testo e foto a cura di Riccardo Davide Grimaldi.
** Esprimo il mio doveroso e sentito ringraziamento al carissimo amico Riccardo Davide Grimaldi per avermi concesso di pubblicare il presente materiale fotografico e le notizie sulla Settimana Santa di Valenzano.