33 - La tunica tirata a sorte

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Mistero n° 33
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Proprietario: Giuseppe Caringella (1959).
Manufatto: Costruito dal Maestro Zappatore di Lecce nel 1989. Restaurato dal Maestro Santino Merico di Lecce nel 2008.
Motivo della realizzazione: Devozione.
Gruppo: E' il primo gruppo statuario con Gesù crocifisso; ai piedi della croce due soldati tirano a sorte, con i dadi, la preziosa tunica del Cristo, tessuta senza cuciture, che un terzo soldato romano regge con un braccio. Sui bastoni o forcelle (sui quali si appoggia il Mistero) vengono appesi dei flagelli metallici.
Portatori: Sei, tre davanti e tre dietro, in abito scuro, camicia bianca e cravatta nera.
Ragazze al pizzo: Quattro, due per ogni lato, in tailleur scuro, guanti neri e velo nero sul capo. Nella mano libera reggono delle candele.
Riferimenti Evangelici: Vangelo di Matteo 27, 35-37; Vangelo di Marco 15, 24-26; Vangelo di Luca 23, 34; Vangelo di Giovanni 19, 23-24.
Vangelo di Giovanni 19, 23-24
I soldati poi, quando ebbero crocifisso Gesù, presero le sue vesti e ne fecero quattro parti, una per ciascun soldato, e la tunica. Ora quella tunica era senza cuciture, tessuta tutta d`un pezzo da cima a fondo. Perciò dissero tra loro: Non stracciamola, ma tiriamo a sorte a chi tocca. Così si adempiva la Scrittura: Si son divise tra loro le mie vesti e sulla mia tunica han gettato la sorte. E i soldati fecero proprio così.
Approfondimenti: L'exactor mortis compiva la prima scelta sui capi del condannato, lasciando il resto al drappello di soldati. Se ci si riferisce ai vangeli è facilmente intuibile che i soldati presso la croce di Gesù erano almeno quattro (presero le sue vesti e ne fecero quattro parti, una per ciascun soldato). Se escludiamo l'exactor mortis, restano tre soldati che però, valutando la buona fattura della tunica (probabilmente tessuta dalla Madre di Gesù), decisero di giocare con i dadi, lasciando alla sorte l'ingrato compito di scegliere a chi sarà poi andata in premio.
Della tunica poi non vi è più traccia, ci sono solo delle storie e e leggende. Una di queste vede protagonista un certo Elioz (Eleazar, Osia o Assia), abitante di Mstkheta, cittadina della Georgia, dove nel I sec a.C. vi era una comunità ebraica. Secondo la storia Elioz ricevette una lettera-invito del Sommo Sacerdote di Gerusalemme, Anna. Fu la madre di Elioz a chiedere il figlio di partire per Gerusalemme per sentire la verità sul Messiah il quale tutto il popolo ebreo aspettava dai tempi di Mosé, la donna credeva che colui che predicava in Giudea era il promesso Salvatore, ma Gesù fu catturato e veniva processato. Elioz doveva assistere al processo di Gesù, ma non fece ad arrivare in tempo ed vide ormai la Crocifissione di Cristo, mentre nella lontana Georgia la madre di Elioz ebbe la visione della morte di Salvatore e morì disperata. Secondo la storiografia georgiana e nei testi agiografici fu proprio Elioz a comprare la tunica di Gesù crocifisso dal soldato romano e la portò a casa nella città di Mtskheta, nella capitale della Georgia. La sorella di Elioz, Sidonia, dopo aver abbracciato e stretto al petto la sacra tunica, morì estasiata. Non avendo potuto strappare la tunica dalle braccia di Sidonia, seppellirono la fanciulla insieme con la preziosa reliquia. Sulla sua tomba crebbe il cedro (il cipresso, secondo altri fonti) essudante il mirro con le capacità salubri. S. Nina che da parte dei reali georgiani Mirian e Nana conquistò tutta la fiducia e devozione con la loro conversione al cristianesimo nel 326 e con la proclamazione dell'essa come religione di Stato nel 337, ordinò a tagliare l'albero cresciuto sulla tomba di Sidonia, di produrre sette pilastri alla base dei quali bisognava costruire una chiesa. Sei pilastri furono fissati in terra, ma il settimo usciva fuori e si pendeva in aria avvolto in una luce meravigliosa. S. Nino pregò davanti al pilastro divino ed esso si mise in terra da sé, mentre dopo quel giorno S. Nino smise di cercare la tunica del Signore. Sulla tomba di Sidonia con la Sacra Tunica, invece, il Re Mirian fu edificare la Cattedrale di nome "Svetitskhoveli" - "pilastro vivifico".
Ogni anno il 1 ottobre la Georgia venera la Sacra Tunica.
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- Testo e foto a cura di Riccardo Davide Grimaldi.
** Esprimo il mio doveroso e sentito ringraziamento al carissimo amico Riccardo Davide Grimaldi per avermi concesso di pubblicare il presente materiale fotografico e le notizie sulla Settimana Santa di Valenzano.