40 - Il centurione Longino

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Mistero n° 40
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Proprietario: Pasquale Lozupone (1945), che lo ha ereditato dal bisnonno Francesco.
Manufatto: Uno dei Misteri più antichi, risalente a fine Ottocento - inizi Novecento, probabilmente opera del Maestro Bruno (attribuzione stilistica). E' l'unica statua equestre presente in processione.
Motivo della realizzazione: Devozione.
Gruppo: Il Centurione Longino, in sella al suo cavallo, nell'atto di trafiggere il costato di Cristo con la sua lancia. Dopo aver vissuto gli ultimi minuti di vita del Crocifisso, si pente e, glorificando Dio, è il primo a riconoscere l'innocenza e la divinità di Gesù.
Portatori: Quattro, due davanti e due dietro, in abito scuro, camicia bianca e cravatta nera.
Ragazze al pizzo: Quattro, due per ogni lato, in tailleur scuro, guanti neri e velo nero sul capo. Nella mano libera reggono delle candele.
Riferimenti Evangelici: Vangelo di Matteo 27, 54; Vangelo di Marco 15, 39; Vangelo di Luca 23, 47; Vangelo di Giovanni 19, 31-37.
Vangelo di Giovanni 19, 31-37 
Era il giorno della Parascéve e i Giudei, perché i corpi non rimanessero in croce durante il sabato (era infatti un giorno solenne quel sabato), chiesero a Pilato che fossero loro spezzate le gambe e fossero portati via. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe al primo e poi all`altro che era stato crocifisso insieme con lui. Venuti però da Gesù e vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati gli colpì il costato con la lancia e subito ne uscì sangue e acqua. Chi ha visto ne dá testimonianza e la sua testimonianza è vera e egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate. Questo infatti avvenne perché si adempisse la Scrittura: Non gli sarà spezzato alcun osso. E un altro passo della Scrittura dice ancora: Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto. 
Approfondimenti: Non appena Gesù spirò, un enorme terremoto sconvolse la terra circostante, il velo del Tempio si squarciò nel mezzo (bruttissimo segno di Dio infuriato), i presenti sul Golgotha si sconvolsero e iniziarono a delirare, impauriti. Gli altri due ladroni però non erano ancora morti, pertanto, per accelerare la fine, si provocava la morte col crurifragium, cioè la rottura delle gambe (di solito spezzavano le ginocchia con dei bastoni), che privava il condannato d’ogni punto d’appoggio con conseguente soffocamento per l'iperestensione della cassa toracica (non è possibile espirare completamente e viene meno quindi l'apporto di aria ossigenata all'organismo).
Ma Gesù era morto. Il Centurione, pertanto, non spezzò nessun osso al Cristo, ma rimosse la spugna dalla punta e portò la lancia al costato di Gesù, penetrando la gabbia toracica fino al cuore. Ritirò l'arma lasciando un ampio squarcio. Giovanni e gli altri osservarono fuoriuscire dall'apertura un fluido, un misto di sangue ed acqua (rimanendo appesi alla croce, per l'iperestensione della cassa toracica, i condannati respiravano a fatica e pertanto si creava un liquido nei polmoni). All'atto di trafiggere il cuore - in sè un atto quasi banale: la profanazione gratuita della vittima già fisicamente annientata - sarebbe stato attribuito uno speciale significato dall'evangelista, che avrebbe visto nel fluido l'immagine del Cristianesimo emergente; il liquido avrebbe simboleggiato per Giovanni due grandi sacramenti: il Battesimo e la Comunione.
La tradizione racconta anche che Longino era malato agli occhi, ma il sangue di Gesù, schizzato su di essi, lo guarì. Egli divenne quindi cristiano, e portò con sé in Italia il sangue raccolto dalla ferita di Gesù; infine venne martirizzato nei pressi di Mantova. Nella basilica cittadina di Sant'Andrea si conserva tuttora la reliquia del "preziosissimo sangue di Cristo", che sarebbe il sangue raccolto da Longino, oltre alla reliquia della spugna usata per dare da bere l'aceto a Gesù. Nella medesima Basilica c'è anche la tomba di Longino.
Nel medioevo, ebbe anche grande diffusione un'altra reliquia del santo, la sua lancia. In verità, numerose furono le reliquie identificate con la lancia di Longino. Gli imperatori del Sacro Romano Impero, ad esempio, da Ottone I in poi, avevano fra le proprie insegne la cosiddetta Sacra Lancia, e presto arrivarono ad identificarla con quella. Nella punta di questa Lancia sacra fu incorporato un chiodo di ferro che sarebbe uno di quelli usati per crocifiggere Gesù. Ancora oggi è custodita a Vienna.
Una statua di san Longino è presente nella basilica di San Pietro in Vaticano, scolpita da Gian Lorenzo Bernini. La Lancia di Longino svolge un ruolo importante nella mitologia del Graal e, di conseguenza, nel ciclo arturiano, in cui viene identificata, tra l'altro, con l'arma che ha ferito anche il Re Pescatore.
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- Testo e foto a cura di Riccardo Davide Grimaldi.
** Esprimo il mio doveroso e sentito ringraziamento al carissimo amico Riccardo Davide Grimaldi per avermi concesso di pubblicare il presente materiale fotografico e le notizie sulla Settimana Santa di Valenzano.