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Mistero n° 8
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Proprietario: Antonio Caringella (1933).
Manufatto: Costruito a Lecce dai fratelli Gallucci nel 1995.
Motivo della realizzazione: Devozione.
Gruppo: Nel gruppo statuario Gesù, legato, è condotto da una guardia giudea innanzi ad Anna, membro anziano del Sinedrio, ex sommo sacerdote e suocero del sommo sacerdote Caifa. Anna, che ha in mano una pergamena con il capo d'accusa ricercato tra i testi antichi, lo interroga e lo manda legato dal genero. Un altro componente del Sinedrio schiaffeggia Gesù per l'oltraggio ad Anna. Il Mistero è accompagnato in processione da banda propria.
Portatori: Sei, tre davanti e tre dietro, in abito scuro, camicia bianca e cravatta nera.
Ragazze al pizzo: Quattro, due per ogni lato, in tailleur scuro, velo nero sul capo, con guanti neri. Nella mano libera reggono un bouquet degli stessi fiori utilizzati per addobbare il Mistero.
Riferimenti Evangelici: Vangelo di Giovanni 18, 12-14 e 19-24.
Vangelo di Giovanni 18, 12-14
Allora il distaccamento con il comandante e le guardie dei Giudei afferrarono Gesù, lo legarono e lo condussero prima da Anna: egli era infatti suocero di Caifa, che era sommo sacerdote in quell`anno. Caifa poi era quello che aveva consigliato ai Giudei: "E` meglio che un uomo solo muoia per il popolo".
Vangelo di Giovanni 18, 19-24
Allora il sommo sacerdote interrogò Gesù riguardo ai suoi discepoli e alla sua dottrina. Gesù gli rispose: "Io ho parlato al mondo apertamente; ho sempre insegnato nella sinagoga e nel tempio, dove tutti i Giudei si riuniscono, e non ho mai detto nulla di nascosto. Perché interroghi me? Interroga quelli che hanno udito ciò che ho detto loro; ecco, essi sanno che cosa ho detto". Aveva appena detto questo, che una delle guardie presenti diede uno schiaffo a Gesù, dicendo: "Così rispondi al sommo sacerdote?". Gli rispose Gesù: "Se ho parlato male, dimostrami dov`è il male; ma se ho parlato bene, perché mi percuoti?". Allora Anna lo mandò legato a Caifa, sommo sacerdote.
Approfondimenti: Anna, Hanna o Annan è un nome ebraico, forse abbreviazione di "Anania". Ricoprì il ruolo di Sommo Sacerdote prima del suocero Caifa. I Sommi Sacerdoti erano infatti nominati dai romani che, tra l'altro, custodivano anche i preziosi abiti e li concedevano esclusivamente durante la festività della Pasqua.
Il motivo per cui Gesù fu condotto principalmente da Anna e poi da Caifa dovrebbe essere giustificato dal fatto che Anna si interessò con maggior interesse al caso "Gesù", andando a ricercare nei libri antichi qualcosa che avesse a che fare con il Nazareno, per poterlo effettivamente eliminare. Ed infatti trovò il capo d'accusa. "Chi bestemmia contro Dio è reo di morte". Si pone però solo il problema di estorcere una confessione a Gesù. Iniziano i giri di parole, per trovare qualcosa per incastrarlo. Anna infatti inizia a porre una serie di domande a Gesù. Cercava in tutti i modi di raggiungere il suo scopo, alternando le minacce alle lusinghe, mostrandosi gelido ed indifferente, o affettando gentilezza. Gli aveva rivolto una serie di domande semplici prima di inserirne, con apparente amabilità, una micidiale: "Cos'è questa dottrina che tu e i tuoi discepoli state predicando per tutta la Giudea?". Gesù, dopo un breve silenzio, rispose: "Io ho parlato al mondo apertamente; ho sempre insegnato nella sinagoga e nel tempio, dove tutti i Giudei si riuniscono, e non ho mai detto nulla di nascosto". Anna seguitò ad indagare, forse credendo di poter provocare l'uomo davanti a lui - che pure non mostrava diffidenza, umiltà, sottomissione o paura - al punto da farlo testimoniare contro sè stesso. Che cosa intendeva dire? Più Anna tentava di sconfiggere Gesù, più avvertiva un senso di frustrazione personale. Gesù allora mosse un tagliente rimprovero ad Anna: "Perchè interroghi me? Interroga quelli che hanno udito ciò che ho detto loro; ecco, essi sanno che cosa ho detto". L'alto prelato aveva infatti cercato di mostrare che Gesù era il fondatore di una scuola d'insegnamento che in realtà altro non era che una società segreta aperta solo agli iniziati. Gesù invece aveva ritorto la questione della segretezza contro il suo accusatore: non vi era stato alcun sotterfugio da parte Sua, al contrario era stato proprio il Tempio a comportarsi in maniera subdola inviando degli agenti ad ascoltarlo di nascosto quando sarebbe stato lieto di presentarsi lui stesso a spiegare apertamente le sue ragioni. Per non parlare poi del modo meschino con cui lo avevano condotto dinanzi ad Anna.
L'offesa di Gesù era incalcolabile. Nessuno avrebbe mai pensato di rivolgersi così ad un giudice, meno che mai ad un ex Sommo Sacerdote. Uno dei presenti non riuscì a trattenersi e diede un vibrante schiaffo a Gesù, facendolo quasi cadere per terra, dicendogli "Così rispondi al sommo sacerdote?" Ma Gesù, rialzandosi con il segno dello schiaffo ben visibile sul suo volto, rispose: "Se ho parlato male, dimostrami dov'è il male, ma se ho parlato bene, perchè mi percuoti?".
Seguirono alcuni attimi di silenzio. L'apparente calma di Gesù e il suo modo di offendere Anna era stato devastante. I presenti, vinti dall'ira, iniziarono a sputargli in faccia e, coprendo il suo viso lo percossero e gli chiesero "Indovina, o Cristo, chi è che ti ha percosso?". Dopo la loro "vendetta" lo condussero da Caifa.
Manufatto: Costruito a Lecce dai fratelli Gallucci nel 1995.
Motivo della realizzazione: Devozione.
Gruppo: Nel gruppo statuario Gesù, legato, è condotto da una guardia giudea innanzi ad Anna, membro anziano del Sinedrio, ex sommo sacerdote e suocero del sommo sacerdote Caifa. Anna, che ha in mano una pergamena con il capo d'accusa ricercato tra i testi antichi, lo interroga e lo manda legato dal genero. Un altro componente del Sinedrio schiaffeggia Gesù per l'oltraggio ad Anna. Il Mistero è accompagnato in processione da banda propria.
Portatori: Sei, tre davanti e tre dietro, in abito scuro, camicia bianca e cravatta nera.
Ragazze al pizzo: Quattro, due per ogni lato, in tailleur scuro, velo nero sul capo, con guanti neri. Nella mano libera reggono un bouquet degli stessi fiori utilizzati per addobbare il Mistero.
Riferimenti Evangelici: Vangelo di Giovanni 18, 12-14 e 19-24.
Vangelo di Giovanni 18, 12-14
Allora il distaccamento con il comandante e le guardie dei Giudei afferrarono Gesù, lo legarono e lo condussero prima da Anna: egli era infatti suocero di Caifa, che era sommo sacerdote in quell`anno. Caifa poi era quello che aveva consigliato ai Giudei: "E` meglio che un uomo solo muoia per il popolo".
Vangelo di Giovanni 18, 19-24
Allora il sommo sacerdote interrogò Gesù riguardo ai suoi discepoli e alla sua dottrina. Gesù gli rispose: "Io ho parlato al mondo apertamente; ho sempre insegnato nella sinagoga e nel tempio, dove tutti i Giudei si riuniscono, e non ho mai detto nulla di nascosto. Perché interroghi me? Interroga quelli che hanno udito ciò che ho detto loro; ecco, essi sanno che cosa ho detto". Aveva appena detto questo, che una delle guardie presenti diede uno schiaffo a Gesù, dicendo: "Così rispondi al sommo sacerdote?". Gli rispose Gesù: "Se ho parlato male, dimostrami dov`è il male; ma se ho parlato bene, perché mi percuoti?". Allora Anna lo mandò legato a Caifa, sommo sacerdote.
Approfondimenti: Anna, Hanna o Annan è un nome ebraico, forse abbreviazione di "Anania". Ricoprì il ruolo di Sommo Sacerdote prima del suocero Caifa. I Sommi Sacerdoti erano infatti nominati dai romani che, tra l'altro, custodivano anche i preziosi abiti e li concedevano esclusivamente durante la festività della Pasqua.
Il motivo per cui Gesù fu condotto principalmente da Anna e poi da Caifa dovrebbe essere giustificato dal fatto che Anna si interessò con maggior interesse al caso "Gesù", andando a ricercare nei libri antichi qualcosa che avesse a che fare con il Nazareno, per poterlo effettivamente eliminare. Ed infatti trovò il capo d'accusa. "Chi bestemmia contro Dio è reo di morte". Si pone però solo il problema di estorcere una confessione a Gesù. Iniziano i giri di parole, per trovare qualcosa per incastrarlo. Anna infatti inizia a porre una serie di domande a Gesù. Cercava in tutti i modi di raggiungere il suo scopo, alternando le minacce alle lusinghe, mostrandosi gelido ed indifferente, o affettando gentilezza. Gli aveva rivolto una serie di domande semplici prima di inserirne, con apparente amabilità, una micidiale: "Cos'è questa dottrina che tu e i tuoi discepoli state predicando per tutta la Giudea?". Gesù, dopo un breve silenzio, rispose: "Io ho parlato al mondo apertamente; ho sempre insegnato nella sinagoga e nel tempio, dove tutti i Giudei si riuniscono, e non ho mai detto nulla di nascosto". Anna seguitò ad indagare, forse credendo di poter provocare l'uomo davanti a lui - che pure non mostrava diffidenza, umiltà, sottomissione o paura - al punto da farlo testimoniare contro sè stesso. Che cosa intendeva dire? Più Anna tentava di sconfiggere Gesù, più avvertiva un senso di frustrazione personale. Gesù allora mosse un tagliente rimprovero ad Anna: "Perchè interroghi me? Interroga quelli che hanno udito ciò che ho detto loro; ecco, essi sanno che cosa ho detto". L'alto prelato aveva infatti cercato di mostrare che Gesù era il fondatore di una scuola d'insegnamento che in realtà altro non era che una società segreta aperta solo agli iniziati. Gesù invece aveva ritorto la questione della segretezza contro il suo accusatore: non vi era stato alcun sotterfugio da parte Sua, al contrario era stato proprio il Tempio a comportarsi in maniera subdola inviando degli agenti ad ascoltarlo di nascosto quando sarebbe stato lieto di presentarsi lui stesso a spiegare apertamente le sue ragioni. Per non parlare poi del modo meschino con cui lo avevano condotto dinanzi ad Anna.
L'offesa di Gesù era incalcolabile. Nessuno avrebbe mai pensato di rivolgersi così ad un giudice, meno che mai ad un ex Sommo Sacerdote. Uno dei presenti non riuscì a trattenersi e diede un vibrante schiaffo a Gesù, facendolo quasi cadere per terra, dicendogli "Così rispondi al sommo sacerdote?" Ma Gesù, rialzandosi con il segno dello schiaffo ben visibile sul suo volto, rispose: "Se ho parlato male, dimostrami dov'è il male, ma se ho parlato bene, perchè mi percuoti?".
Seguirono alcuni attimi di silenzio. L'apparente calma di Gesù e il suo modo di offendere Anna era stato devastante. I presenti, vinti dall'ira, iniziarono a sputargli in faccia e, coprendo il suo viso lo percossero e gli chiesero "Indovina, o Cristo, chi è che ti ha percosso?". Dopo la loro "vendetta" lo condussero da Caifa.
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- Testo e foto a cura di Riccardo Davide Grimaldi.