21 - L' imposizione della Croce

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Mistero n° 21
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Proprietario: Giuseppe Spinelli (1960) che lo ha ereditato dal padre, Savino.
Manufatto: Realizzato dal Maestro Bruno a Bari nel 1982.
Motivo della realizzazione: Devozione.
Gruppo: Nel gruppo statuario un soldato romano conduce, fuori del Pretorio, Gesù, abbigliato con le sue vesti, e lo consegna ad un Giudeo per la esecuzione della sentenza di morte mediante crocifissione: il giudeo, infatti, gli impone il legno della Croce.
Portatori: Sei, tre davanti e tre dietro, in abito scuro, camicia bianca e cravatta nera.
Ragazze al pizzo: Quattro, due per ogni lato, in tailleur scuro, velo nero sul capo, con guanti neri. Nella mano libera reggono dei bouquet degli stessi fiori utilizzati per addobbare il Mistero.
Figuranti davanti al gruppo: Un bambino, vestito con saio rosso e con una corona di spine sul capo, porta una croce ricordando Gesù.
Riferimenti Evangelici: Vangelo di Matteo 27, 31; Vangelo di Marco 15, 29; Vangelo di Luca 23, 25; Vangelo di Giovanni 19, 17.
Vangelo di Matteo 27, 31 
Dopo averlo così schernito, lo spogliarono del mantello, gli fecero indossare i suoi vestiti e lo portarono via per crocifiggerlo.
Approfondimenti: Dopo la sentenza Gesù fu condotto fuori del Pretorio. Fu spogliato della porpora e gli furono rimessi addosso i suoi vestiti. Al cancello della Fortezza Antonia rapidamente il comandante istruì uno dei suoi ufficiali a fungere da exactor mortis, responsabile per la traduzione di Gesù sul Golgotha.
L'exactor mortis aveva diritto di prima scelta sugli abiti e sugli effetti personali del condannato. Tre militi ricevettero l'ordine di completare il corpo di guardia del condannato a morte, che sarebbe rimasto sul luogo dell'esecuzione fino alla morte di Gesù. Il comandante prese l'insolita iniziativa di inviare una centuria, altri cento uomini in pieno assetto da combattimento. Sicuramente una precauzione contro ogni tentativo di ostacolare l'esecuzione.
L'exactor mortis slacciò la fibbia del mantello di Erode, la sua prima confisca. Poi, rapidamente, ordinò ai suoi uomini di approntare la croce, composta di due travi di legno rozzamente sgrossato; quella verticale aveva la lunghezza regolamentare di dieci cubiti, meno di cinque metri. La trave orizzontale era lunga meno di tre metri. Complessivamente la Croce poteva pesare attorno ai centotrenta chilogrammi.
Sicuramente era la stessa croce che doveva essere utilizzata per Barabba. C'è da aggiungere che, storicamente, è assai più probabile che Gesù sia stato caricato solo della trave orrizzontale, ossia il patibulum, mentre lo stipes, ovvero la trave verticale, era già piantata sul luogo della crocifissione.
La Croce fu poi imposta a Gesù che, secondo i Vangeli apocrifi, la abbracciò, adorandola.

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- Testo e foto a cura di Riccardo Davide Grimaldi.
** Esprimo il mio doveroso e sentito ringraziamento al carissimo amico Riccardo Davide Grimaldi per avermi concesso di pubblicare il presente materiale fotografico e le notizie sulla Settimana Santa di Valenzano.