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Mistero n° 38
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Proprietario: Vito Giuliano (1957).
Manufatto: Costruito dal Maestro Bovelacci di Bitritto nel 1994.
Motivo della realizzazione: Devozione.
Gruppo: Nel gruppo statuario un soldato romano accosta alla bocca di Gesù crocifisso una spugna imbevuta di aceto in cima ad una canna, mentre un giudeo porge un vaso con il liquido.
Portatori: Sei, tre davanti e tre dietro, in abito scuro, camicia bianca e papillon nero.
Ragazze al pizzo: Quattro, due per ogni lato, in tailleur scuro, guanti neri e velo nero sul capo. Nella mano libera reggono un bouquet degli stessi fiori utilizzati per addobbare il Mistero.
Riferimenti Evangelici: Vangelo di Matteo 27, 45-48; Vangelo di Marco 15, 33-36; Vangelo di Luca 23, 36-37; Vangelo di Giovanni 19, 28-29.
Vangelo di Giovanni 19, 28-29
Dopo questo, Gesù, sapendo che ogni cosa era stata ormai compiuta, disse per adempiere la Scrittura: "Ho sete". Vi era lì un vaso pieno d`aceto; posero perciò una spugna imbevuta di aceto in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca.
Vangelo di Luca 23, 36-37
Uno corse a inzuppare di aceto una spugna e, postala su una canna, gli dava da bere, dicendo: "Aspettate, vediamo se viene Elia a toglierlo dalla croce".
Approfondimenti: Gesù chiede da bere. Le sue ferite, il suo combattimento morale, gli fanno soffrire una sete ardente, una febbre mortale.
Ma non è solo per questo che dice: "Ho sete". Sulla croce, come d'altronde durante tutta la sua vita, Gesù ha sempre fatto la volontà di Dio. Nonostante la sua intensa sofferenza egli grida: "Ho sete" perché la santa Scrittura aveva annunciato in anticipo: "Mi hanno dato da bere aceto per dissetarmi" (Salmo 69:21).Ma possiamo pensare che questa frase del Signore rivesta un'altra portata spirituale. Avendo compiuto l'opera, il Signore Gesù guarda oltre. La sete che sente rievoca il desiderio intenso della gioia della presenza di Dio: "O Dio... di te è assetata l'anima mia" (Salmo 63:1). La sua sete è un segno dell'imminenza del regno in cui gusterà ben presto la comunione completa di suo Padre e dei suoi. Egli ha detto: "Ho sete" per poter diventare la sorgente d'acqua viva per tutti coloro che confidano in lui. Egli offre oggi al mondo l'acqua viva della salvezza che ha acquistato per noi che eravamo lontani da Dio.
Proprietario: Vito Giuliano (1957).
Manufatto: Costruito dal Maestro Bovelacci di Bitritto nel 1994.
Motivo della realizzazione: Devozione.
Gruppo: Nel gruppo statuario un soldato romano accosta alla bocca di Gesù crocifisso una spugna imbevuta di aceto in cima ad una canna, mentre un giudeo porge un vaso con il liquido.
Portatori: Sei, tre davanti e tre dietro, in abito scuro, camicia bianca e papillon nero.
Ragazze al pizzo: Quattro, due per ogni lato, in tailleur scuro, guanti neri e velo nero sul capo. Nella mano libera reggono un bouquet degli stessi fiori utilizzati per addobbare il Mistero.
Riferimenti Evangelici: Vangelo di Matteo 27, 45-48; Vangelo di Marco 15, 33-36; Vangelo di Luca 23, 36-37; Vangelo di Giovanni 19, 28-29.
Vangelo di Giovanni 19, 28-29
Dopo questo, Gesù, sapendo che ogni cosa era stata ormai compiuta, disse per adempiere la Scrittura: "Ho sete". Vi era lì un vaso pieno d`aceto; posero perciò una spugna imbevuta di aceto in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca.
Vangelo di Luca 23, 36-37
Uno corse a inzuppare di aceto una spugna e, postala su una canna, gli dava da bere, dicendo: "Aspettate, vediamo se viene Elia a toglierlo dalla croce".
Approfondimenti: Gesù chiede da bere. Le sue ferite, il suo combattimento morale, gli fanno soffrire una sete ardente, una febbre mortale.
Ma non è solo per questo che dice: "Ho sete". Sulla croce, come d'altronde durante tutta la sua vita, Gesù ha sempre fatto la volontà di Dio. Nonostante la sua intensa sofferenza egli grida: "Ho sete" perché la santa Scrittura aveva annunciato in anticipo: "Mi hanno dato da bere aceto per dissetarmi" (Salmo 69:21).Ma possiamo pensare che questa frase del Signore rivesta un'altra portata spirituale. Avendo compiuto l'opera, il Signore Gesù guarda oltre. La sete che sente rievoca il desiderio intenso della gioia della presenza di Dio: "O Dio... di te è assetata l'anima mia" (Salmo 63:1). La sua sete è un segno dell'imminenza del regno in cui gusterà ben presto la comunione completa di suo Padre e dei suoi. Egli ha detto: "Ho sete" per poter diventare la sorgente d'acqua viva per tutti coloro che confidano in lui. Egli offre oggi al mondo l'acqua viva della salvezza che ha acquistato per noi che eravamo lontani da Dio.
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- Testo e foto a cura di Riccardo Davide Grimaldi.